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Anche la privacy ha un costo e vale ben 50 Euro al mese, costo che sale a 100 euro se le informazioni sono medico-sanitarie
La cifra è emersa dal sondaggio di Phd Italia presentato alla consegna del premio Dona dell'Unione Nazionale Consumatori (Unc) a Roma.
La ricerca, come ha spiegato Alessandro Lacovara, managing director di Phd, è basata su duemila interviste che sono state raccolte in vari momenti, prima e dopo lo scandalo Cambridge Analitica e dopo l'introduzione del Gdpr, il nuovo regolamento sulla privacy in rete della Ue.
È emerso che il 73% degli italiani si dichiara consapevole del valore commerciale dei propri dati personali, e il 62% vorrebbe essere ricompensato in denaro. Uno su cinque tra gli intervistati accetterebbe di essere monitorato per 50 euro al mese, mentre uno su tre darebbe informazioni medico sanitarie o della sfera sessuale per 100.
Come ha spiegato Lacovara: "Accanto al concetto di valore si fa strada anche quello di potere del dato: il 59% degli italiani si dice infatti convinto del fatto che un utilizzo improprio dei dati personali possa manipolare la democrazia".
E come ha sottolineato Massimiliano Dona, il presidente dell'Unc: “I dati sono l''oro del nostro tempo. Il valore della data economy in Italia è stimato in 28 miliardi".
Ha poi aggiunto che: “Le aziende sono ormai disposte a cedere gratuitamente i propri servizi in cambio dell'autorizzazione allo sfruttamento dei dati personali, divenuta essenziale per la crescita economica, ma il loro uso può portare anche dei rischi".
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