Opportunità | Il digitale, la nuova sfida per l’Italia

Artigianato, PMI e tanti posti di lavoro scoperti

Il digitale come opportunità per le PMI e per l'artigianato, strumento potente per la commercializzazione dei prodotti online, ma anche nuovo settore lavorativo, che necessita di nuove figure professionali a cui l'Italia e l'Europa non sembra saper rispondere.

Durante la 2° edizione del Forum dell'economia digitale (FED), al quale abbiamo partecipato lo scorso 22 Marzo 2017, diversi sono stati gli interventi che hanno affrontato il tema del digitale come opportunità per le PMI e per gli artigiani 2.0.
Attraverso nuove piattaforme digitali le aziende hanno l’opportunità di raggiungere mercati che fino a pochi anni fa erano esclusivi e riservati solo alle grandi multinazionali.

Appuntamenti come il Forum dell’Economia Digitale, dimostrano come sia sempre più strategico per le aziende utilizzare strumenti digitali per far conoscere al mondo l’eccellenza del made in Italy.

Infatti attraverso l’uso innovativo della tecnologia che veicoli creatività, artigianalità, saper fare e competenza, fiori all’occhiello delle innumerevoli aziende manifatturiere Italiane, l’Italia potrebbe crescere e competere con il resto delle aziende europee, meglio di come non stia già facendo.

 

L’evoluzione digitale delle aziende, intesa sia come processi produttivi e di prodotti che come strumento per la promozione e la commercializzazione, consentirebbe l’integrazione tra tradizione e modernità, sostenendo la crescita economica delle grandi e piccole aziende.

Un mondo più aperto e connesso grazie al digitale rappresenta infatti un’opportunità che le imprese possono cogliere già oggi per sostenere la crescita del proprio business e la conquista di nuovi mercati.

Secondo Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria "il digitale è un fattore abilitante per l’economia tradizionale ma rappresenta, allo stesso tempo, una nuova economia di per sé. Fino ad oggi la manifattura e la digital economy sono stati due binari paralleli, senza nessuna stazione di scambio in Italia. Non possiamo aspettare che le rette parallele si incontrino all’infinito, serve integrare da subito queste due economie per fare dell’Italia la digital factory più avanzata in Europa. Si aprono nuovi mercati per il Made in Italy, si richiedono nuove competenze ai lavoratori, si trasformano prodotti e processi.

Se il benessere passa dallo sviluppo e lo sviluppo passa dalle imprese, aiutarle a diventare sempre più digitali significa aiutare il Paese. L’economia digitale è una sfida per tutti: non ci sono scorciatoie o alternative" 

Queste affermazioni ci fanno dedurre che si profila uno scenario di nuove competenze e di nuove figure professionali, della quale l’Italia al momento sembra essere sprovvista. Il lavoro non manca, mancano le competenze in questi settori. Parlando di dati possiamo vedere che circa il 22% delle offerte di lavoro nel settore del digitale resta scoperto.

Esistono 10 figure professionali legate al mondo del digitale, ma che l’Italia non produce. Ecco quali sono:

  1. User experience director, si occupa della gestione dell’esperienza-utente all’interno di spazi virtuali e fisici, immaginandone i movimenti
  2. Data analyst, sono gli esperti nella lettura e nell’analisi dei dati
  3. Chief technology officer, è colui che seleziona le tecnologie da applicare a prodotti e servizi offerti dall’impresa
  4. Sviluppatore mobile, è un programmatore che sviluppa applicazioni per smartphone e tablet
  5. Big data architect, colui che gestisce l’analisi dell’architettura del sistema dei dati
  6. Web analyst, colui che interpreta i dati e fornisce analisi dettagliate delle attività sul web
  7. Digital copywriter, è colui che produce contenuti pubblicitari su piattaforme digitali
  8. Community manager, è l’ addetto alla gestione di comunità virtuali con i compiti di progettarne la struttura e le attività
  9. Digital PR, si occupa delle pubbliche relazioni attraverso i canali online
  10. Digital advertiser, colui che gestisce le campagne pubblicitarie sul web

La commissione Europea ha calcolato che entro il 2020 circa 900 mila posti di lavoro non avranno candidati, contro i 275 mila del 2012.

Un vuoto causato dall’assenza di professionisti del digitale che non serviranno nel futuro prossimo ma già da adesso. Infatti in Italia il 22% delle offerte di lavoro nel settore digitale resta scoperta, solo il 12% del totale ricopre questi ruoli a fronte del 16% della media europea. Ruoli scoperti che potrebbero contribuire ad abbattere l’altissima percentuale di disoccupazione giovanile, che a causa di un sistema di formazione universitario antiquato non riesce a stare al passo coi tempi.

 

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