“Nella tua vita avrai molti motivi per esser felice,
uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento,
un altro ancora si chiama sole
e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.”
Luis Sepulveda

Ci ha lasciati il 16 Aprile 2020, il grande scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta, regista e attivista cileno, Luis Sepulveda.

Si sa, che il coronavirus ci sta mettendo alla prova tutti, privandoci di uno dei temi più cari a Sepulveda: la libertà.

Lo scrittore cileno si è, infatti, spento lo scorso giovedì a causa del coronavirus ed ha lasciato un grande vuoto nel panorama letterario.

Tutti, di certo, ricorderanno la sua favola: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Una storia per tutte le età, che narra di come la gabbianella Fortunata volerà grazie al sostegno e all’aiuto del gatto Zorba e dei suoi amici felini.

“Vola, solo, chi osa farlo”.

È questo il “mantra” che dovremmo ripeterci tutti i giorni, soprattutto, in questi giorni di quarantena, in cui siamo chiamati a restare in casa, a vivere e lavorare nelle nostre quattro mura domestiche. Uscendo solo per fare la spesa oppure per altre commissioni necessarie.

Uno scrittore come Luis, ce lo ricorderemo per tutte le sue opere e per il suo modo di scrivere gentile e rispettoso delle radici e del prossimo.

Ed è proprio da qui, che dovremmo ripartire da questa parola, da questo “prossimo” che può essere un familiare, un amico, un vicino di casa oppure un dipendente della nostra azienda.

Il noto imprenditore italiano, papà della Tod’s, Diego della Valle (classe 1953) quasi coetaneo di Luis Sepulveda (classe 1949) in un recente articolo apparso su La Repubblica, ha parlato dell’importanza della solidarietà e del rispetto per il prossimo, coniando un termine, quasi un ossimoro: “Capitalismo solidale”.

Dovremmo ripartire, lasciandoci alle spalle, quelli che erano in nostri precedenti “credo”. Non si può ripartire come prima, riaprire le aziende come se nulla fosse, come se questo maledetto coronavirus non ci abbia insegnato nulla, non sia servito a nessuno.

Per ripartire, ci vorrà tanto, tantissimo coraggio, proprio quel coraggio che avrà la piccola Fortunata a lanciarsi nell’aria, librandosi in volo per la primissima volta.

Il coraggio che non manca nemmeno alla lumaca, protagonista dell’altra celebre favola di Luis. Un coraggio che è il coraggio della lentezza, di ripartire e riaprire le nostre aziende con la dovuta calma e accortezza.

Quel coraggio che non manca nemmeno al cane lupo Aufman. Sempre fedele ai Mapuche. La Gente delle Terra.

Ecco, cosa ci lascerà in eredità, Sepulveda. Il non arrendersi mai, il cercare di ripartire da zero senza buttarsi giù di morale, il ripensare ciò che è importante per noi, per il prossimo, per il Pianeta.

Le aziende che riapriranno dovranno pensare a quali conseguenze comporterà il riaprire per i loro dipendenti, in una nuova ottica che non vede più al primo posto il dio denaro ma la dea solidarietà.

Dovranno riaprire i propri battenti, cercando di mettere al primo posto la gente, le persone, gli individui, la loro forza lavoro. E non solo ed esclusivamente, il guadagno.

Il coronavirus ci sta mettendo tutti alla prova. Non ci saranno più altre opere di Sepulveda. Ma ci basteranno, quelle che abbiamo letto finora e che magari rileggeremo proprio in questi giorni. Grazie di cuore, Luis.