Informazione digitale a cura di Netdesign
Le prime etichette commestibili arrivano dal grafene, sono scritte direttamente sul cibo e forniscono tutte le info su provenienza e conservazione
Ebbene sì, le prime etichette smart sono le etichette commestibili, scritte direttamente sul cibo che, oltre a contenere tutte le informazioni necessarie su provenienza e conservazione, sono dotate di sensori che possono rilevare anche la presenza di batteri.
James Tour ci tiene a spiegare che: “Non è inchiostro. Quello che facciamo è convertire il materiale stesso in grafene. L'idea di base è che qualsiasi materiale, con la giusta quantità di carbonio, può essere trasformato in grafene ed essere usato ad esempio come sistema di identificazione a radiofrequenza (Rfid) o sensore biologico”.
L'etichetta elettronica viene scritta con il laser e il grafene indotto può essere scritto sia sulla carta, che sul cartone e la stoffa. Finora, il processo è stato testato con successo su vari materiali come ad esempio: stoffa, carta, patate, noci di cocco, sughero e pane tostato; tutti materiali che hanno una grande quantità di lignina, molecola precursore del carbonio, che rende più facile la conversione in grafene.
Secondo Tour in futuro si potrebbero avere su tutti i cibi codice a barre Rfid con tutte le informazioni sul luogo di provenienza, il tempo di conservazione e la scadenza. Tour afferma infatti che: “Le etichette di grafene lig potrebbero anche rilevare batteri come l'E.Coli o illuminarsi e mandare segnali quando non mangiare il cibo” e conclude, dicendo che: “Le prime etichette commestibili o indossabili con i vestiti potrebbero arrivare presto sul mercato".
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